Per regolamentare le cripto-valute l'investitore dovrà dichiarare il guadagno nella dichiarazione dei redditi.

Voluntary Disclosure: come dichiarare le cripto-valute e prospettive future per una disciplina esaustiva

Come regolamentare le cripto-valute

Sono sempre più diffuse le transazioni commerciali attraverso l’utilizzo sinergico di una blockchain, delle monete virtuali e di un portafoglio digitale. L’utilizzo delle cripto-valute rappresenta una nuova forma di investimento che può generare reddito, e può quindi essere oggetto di tassazione. Se l’investitore è una persona fisica, dovrà quindi dichiarare il guadagno nella sua dichiarazione dei redditi, ma una regolamentazione fiscale esaustiva ancora manca in Italia. Attualmente, al vaglio del Senato c’è il disegno di legge A.S. 2572, oltre alla bozza della legge di Bilancio 2023 che prevede una regolamentazione anche fiscale delle cripto-attività.

Attuali fonti normative

Oggi, per regolamentare le cripto-valute, si può fare riferimento all’Articolo 67 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e alla circolare del 2016 dell’Agenzia delle Entrate sulle criptovalute 72/E.

  • Il TUIR prevede l’obbligo di inserimento degli strumenti in oggetto nella dichiarazione dei redditi per le persone fisiche. Si potrà tassare il 26% del guadagno ove si ottenga una “manifestazione di ricchezza”, cioè una plusvalenza della vendita o da un rendimento. Anche la giacenza media può essere oggetto di tassazione qualora questa superi i 51.645,69 €.
  • La circolare 2016 dell’Agenzia delle Entrate, invece, equipara le criptovalute alle valute estere. Questo determina due conseguenze: in primo luogo, potrebbero essere applicate le stesse sanzioni al contribuente che non dichiari le cripto attività; in secondo luogo, il dichiarante deve inserire nel quadro RW della propria dichiarazione la giacenza media delle criptovalute che supera i 15.000,00 €, ai fini del rispetto dell’obbligo di monitoraggio fiscale.

Prospettive future

Si aspetta una disciplina legislativa più esaustiva sulle misure fiscali applicabili alle criptovalute sia a livello nazionale che europeo.

Il Legislatore italiano attende infatti la finalizzazione del procedimento normativo del Regolamento Europeo Markets in Crypto Asset (MiCA).

Tuttavia, non mancano anche da parte dei decisori nazionali alcune iniziative per la regolamentazione delle cripto-attività. Il primo tentativo è rappresentato dal disegno di legge “disposizioni fiscali in materia di valute virtuali e disciplina degli obblighi antiriciclaggio”, che aspetta l’esame e l’approvazione dal Senato.

Un secondo e ultimo tentativo è la bozza del disegno di legge di Bilancio 2023. Si segnala che quest’ultimo prevede in particolare alcuni effetti premiali, ad esempio, per chi ha rideterminato i valori delle cripto-attività, per chi ha omesso il monitoraggio fiscale e ha tuttavia generato reddito.

Autore: Avv. Eleonora Mangialardi

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