Il Garante per la Privacy, in data 31.03.2023, ha disposto, con effetto immediato, che venga limitato provvisoriamente il trattamento di dati di utenti italiani nei confronti di OpenAl.

Stop a ChatGpt in Italia

Stop a ChatGpt in Italia finché non verrà rispettata la disciplina privacy.

Il Garante per la Privacy, in data 31.03.2023, ha disposto, con effetto immediato, che venga limitato provvisoriamente il trattamento di dati di utenti italiani nei confronti di OpenAl. E’ una società statunitense di ricerca sull’intelligenza artificiale, fondata nel 2015 da Elon Musk e Salm Altam, che ha svilpppato e tuttora gestisce la piattaforma.

Il Garante ha preso questa decisione a seguito della perdita di dati subita dal software di intelligenza artificiale. Si tratta di una perdita riguardante sia le conversazioni degli utenti sia le informazioni che riguardano i pagamenti effettuati da quest’ultimi.

Cos’è la ChatGpt?

GPT è un acronimo che sta per Generative Pretrained Transformer. E’ un software il cui scopo è rendere l’interazione con l’intelligenza artificiale più naturale ed intuitiva. Esso è uno strumento che elabora il linguaggio naturale fornendosi di algoritmi di apprendimento automatico al fine di generare risposte all’input dell’utente che siano simili a quelle umane. ChatGPT è addestrato su una grande mole di dati di testo che gli consentono di generare risposte che siano pertinenti e coerenti ad un determinato contesto.

Quali sono le motivazioni del Garante della Privacy per decidere lo Stop alle ChatGpt?

Nel provvedimento, il GDP rileva innanzitutto la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti i soggetti che si interessano le cui informazioni personali vengono raccolte da OpenAI. Vi è anche l’assenza di una base giuridica che sia capace di giustificare la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali.

Inoltre le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale e ciò determina in definitiva un trattamento di dati personali inesatto.

Nonostante il servizio si rivolga a utenti maggiori di 13 anni, l’Autorità evidenzia che non vi sia alcun tipo di filtro per la verifica dell’età. Ciò espone i minori a risposte che sono assolutamente inidonee rispetto a quello che è il loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. Da qui la decisione tramite la quale il Garante ha bloccato ChatGPT.

OpenAI deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese al fine di mettere in pratica quanto richiesto dal Garante. Si tratta di una sanzione molto esosa per la società statunitense: fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

Riflessioni finali

E’ bene ricordare che quello del Garante è un provvedimento temporaneo. “Il provvedimento non si traduce in modo necessario in un divieto definitivo all’uso del servizio e pone numerose riflessioni, al di là delle misure specifiche che potranno essere intraprese da OpenAI per superare il blocco del Garante.” Non bastano i meccanismi, pur necessari, di privacy by design e privacy by default, ossia i controlli e i rimedi finalizzati alla tutela della privacy degli interessati, specie se minori. E’ necessario creare una nuova cultura tecnologica che sa fondata sull’etica e sul rispetto dei diritti fondamentali.

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